Oikos si unisce all’appello di Coalizione Clima: più azioni politiche per azzerare le emissioni di gas serra
E’ in corso un vero e proprio scontro istituzionale alla Cop24, la 24° conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che vedrà impegnati i rappresentanti di 197 Paesi a Katowice (Polonia) fino al 14 dicembre. Dopo la prima settimana di trattative sulle azioni necessarie per concretizzare l’Accordo di Parigi del 2015, si è infatti arrivati ieri a discutere dell’ultimo rapporto del Panel Intergovernamentale sui Cambiamenti Climatici (IPCC). Il documento, elaborato da novantuno ricercatori e scienziati, sottolinea la necessità di contenere il surriscaldamento globale entro il limite massimo di + 1,5°C, soglia che potremo raggiungere già nel 2030. Proprio sulle questioni sollevate dall’IPCC la comunità internazionale si è divisa: Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait hanno rifiutato di inserire nella bozza di conclusioni finali parole di sostegno al rapporto. Ad aver acceso lo scontro è stata la decisione dei quattro Paesi di voler scrivere nel documento “noted” (ha preso atto) anziché “welcomed” (ha dato il benvenuto), in riferimento alle indicazioni del documento dell’IPCC. Non è stato possibile raggiungere un accordo: in base alle regole dell'Onu quel passaggio del testo è stato quindi tralasciato.
Quella che apparentemente può sembrare una semplice differenza terminologica rappresenta invece una questione fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Come infatti si legge nell’articolo pubblicato sul blog Climalteranti da Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei Cambiamenti climatici al Politecnico di Milano, “Se si accetta ('welcome') il rapporto, si è con le spalle al muro. Non si può continuare ad emettere gas serra a questi ritmi, il carbone ha gli anni contati, petrolio e gas devono durare solo qualche paio di decenni in più ma anche loro devono essere ridotti da dopodomani”.
La Cop 24 è un’occasione fondamentale per generare un vero cambiamento nelle nostre società. E per questo non deve essere sprecata. C’è tempo fino a venerdì 14 dicembre: in questa seconda settimana di negoziati spetterà ai ministri trovare un accordo su un regolamento per l'attuazione degli obiettivi climatici dei singoli Paesi e agli aiuti finanziari per i Paesi del Sud del mondo.
Nel frattempo la Coalizione Clima, nata nel 2015 con l’obiettivo di raggiungere la massima sensibilizzazione possibile sulla lotta ai cambiamenti climatici, ha lanciato un appello per sollecitare più azioni contro il riscaldamento globale, invitando la società civile a mobilitarsi per diffonderne i contenuti. Anche Oikos si unisce alla richiesta, articolata in cinque punti: adottare misure perché le emissioni comincino una stabile traiettoria di discesa entro il 2020; aumentare gli impegni di riduzione delle emissioni presentati nel quadro dell’Accordo di Parigi; limitare l’aumento medio della temperatura globale a 1,5°C; definire il Piano Nazionale Energia Clima che avvii il processo di decarbonizzazione; sostenere la necessità di target più ambiziosi a livello europeo.
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