Siamo al fianco delle comunità per rispondere a questa nuova emergenza
Prima il vento. Raffiche sempre più forti, fino a 180 km/h, che piegano gli alberi e sradicano i tetti. Poi la pioggia. Torrenziale, incessante, oltre 200 mm in poche ore. Quando il ciclone tropicale Dikeledi si è abbattuto sulla provincia di Nampula (Mozambico), ha lasciato dietro di sé distruzione e una gran paura. A Mossuril, dove operiamo da anni, il bilancio è pesante: 900 case distrutte, 15 scuole rase al suolo, 10 centri sanitari inagibili. Oltre 7.000 persone hanno perso tutto, tanto nel giro di 24 ore.
Anche le attività agricole, da cui dipende quasi interamente il sostentamento delle comunità, hanno subito gravi danni. Nei mesi scorsi, insieme agli agricoltori e agricoltrici locali, avevamo rafforzato la produzione, costruito vivai e sistemi di irrigazione. Ora, gran parte di quel lavoro è stato trascinato via dalla furia del ciclone. A Namantine, la comunità più colpita, i campi si sono allagati e le piantine che avevamo piantato nelle scorse stagioni rischiano di non resistere a un terreno così paludoso.
Più della metà delle famiglie con cui lavoriamo ha perso la casa. Si sono date subito da fare per riparare ai danni, seppur con i ridotti mezzi a disposizione. Ma ricostruire comporta uno sforzo economico non previsto: si reinveste, e così si posticipa il saldo di debiti, le cure, gli acquisti di nuovi appezzamenti di terreno…
Il team locale di Oikos è sul campo fin dalle prime ore per rispondere a questa emergenza. Stiamo salvando tutto ciò che può essere recuperato: ripariamo i vivai con i materiali disponibili e acquistiamo nuove sementi per garantire il prossimo raccolto. Ma c’è ancora molto da fare. Stiamo valutando come poter riabilitare i sistemi di irrigazione distrutti. Cerchiamo anche di sfruttare la troppa acqua a nostro vantaggio. Se non si può più piantare mais, il cui seme marcirebbe in un terreno inondato, allora proveremo con il riso, che si adatta bene a suoli umidi. Successivamente, non appena i terreni dei campi saranno più asciutti, cominceremo a piantare alberi e colture alimentari.
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