Le temperature e le piogge degli ultimi giorni forse possono farci dimenticare la torrida estate appena trascorsa, ma l’autunno 2022 è stato eccezionalmente secco e gli effetti della siccità estiva si faranno probabilmente sentire per tutto il 2023
“Scende la pioggia… ma che fa?”. Purtroppo non abbastanza, per rispondere all’interrogativo di una vecchia canzone. Le piogge delle ultime settimane possono allontanare il ricordo dell’estate più secca degli ultimi 70 anni (ne abbiamo parlato qui), ma non risolvono il problema delle risorse idriche per la nostra penisola. Infatti, anche se l’argomento non è più tra le notizie principali, l’autunno 2022 è stato avaro di pioggia: le precipitazioni al di sotto della media stagionale e le temperature insolitamente calde stanno rischiando di allungare la coda dell’estate più secca degli ultimi decenni. Fino ad ottobre le anomalie negative delle precipitazioni hanno avuto valori fino al 90% inferiori alla media, per esempio in Piemonte meridionale (TgR Piemonte 2022).
Sebbene abbia ricominciato a piovere, soprattutto nell’Italia nord occidentale, questo non è sufficiente a superare la crisi idrica che stiamo vivendo. Quando si parla di “siccità” non si intende infatti solo la condizione meteo-climatica di assenza (o scarsità) di precipitazioni, ma anche le conseguenze sulle risorse idriche e sulle capacità dei sistemi di approvvigionamento di garantire l’acqua necessaria alle attività quotidiane. Di fatto, in questo momento non avvertiamo la mancanza d’acqua perché le nostre esigenze sono diminuite nel momento in cui è terminato il periodo di irrigazione dei campi. Ma la prossima primavera il problema si ripresenterà con pari urgenza: se nei prossimi mesi dovessero mancare precipitazioni adeguate ci ritroveremo, ancora, in piena crisi idrica.
I meteorologi avvertono: solo un novembre e un dicembre eccezionalmente piovosi potrebbero compensare la carenza di precipitazioni accumulata nel corso dell’estate.
A ricordarcelo sono i laghi, i fiumi, le falde acquifere che non sono ancora del tutto tornati ai livelli considerati normali. Per le riserve idriche superficiali, come laghi e fiumi, i tempi di ricarica sono più brevi (un paio di mesi), ma per le falde sotterranee a volte sono necessari mesi se non anni, spiega Emanuele Romano, ricercatore all’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR, in un’intervista a Linkiesta (Beretta 2022).
Sebbene la disponibilità idrica del fiume Po (valori di deflusso, livelli di invaso nei Grandi Laghi e risalita del cuneo salino) sia parzialmente migliorata rispetto al mese di ottobre, l’ultimo bollettino dell’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici nel Distretto Idrografico del fiume Po definiva ancora “media (con precipitazioni)” la severità idrica del bacino (Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po 2022). Ma le piogge delle ultime settimane hanno già permesso una prima ripresa. Nel caso del bacino del Po molto dipenderà anche dalle precipitazioni nevose sulle Alpi e dalle temperature primaverili: non dovrebbero essere troppo elevate e in anticipo rispetto alla stagione, in modo da non rendere immediatamente disponibile l’acqua per poi rischiare di avere una carenza quando ce ne sarà più bisogno. Fondamentale è anche la continuità delle piogge: è importante che siano costanti anche se non intense, affinché l’acqua non scivoli sulla superficie senza accumularsi.
La crisi climatica ci pone davanti a un reale rischio di siccità a lungo termine che non potremo più affrontare come una crisi, ma a cui dovremo adattarci e mitigarne le conseguenze come una nuova normalità.
Il ricercatore Romano spiega a Linkiesta come nel breve periodo sia importante agire su tre fronti: ridurre i consumi, riutilizzare in agricoltura le acque reflue trattate e intervenire sulle perdite del sistema di distribuzione dell’acqua. Sono però fondamentali investimenti strutturali per affrontare l'emergenza climatica, le sfide ambientali e il rischio idrogeologico. E tutto questo deve rientrare tra gli obiettivi primari del Governo.
Riferimenti
Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po. «OSSERVATORIO PERMANENTE SUGLI UTILIZZI IDRICI NEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO.» Bollettino periodico mensile, 2022, bollettino n. 18/2022.
Beretta, Chiara. Coda lungaNon se ne parla (quasi) più, ma la siccità continua a mordere. 29 10 2022. https://www.linkiesta.it/2022/10/coda-lunga-siccita-temperature-anomale-autunno/ (consultato il giorno 11 29, 2022).
TgR Piemonte. Autunno caldo e secco, l'allarme dell'Arpa. 3 11 2022. https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2022/11/autunno-caldo-e-secco-lallarme-dellarpa-561610bc-6ba2-4414-a9e0-ff1af27dfada.html (consultato il giorno 11 30, 2022).
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