Scusate il disturbo!


Come si cammina in montagna? 10 consigli per far sì che il nostro passaggio passi “quasi” inosservato

«Non puoi trascorrere un singolo giorno
senza avere un impatto sul mondo che ti circonda.
Quello che fai fa la differenza.
Devi decidere che tipo di differenza vuoi fare.»
Jane Goodall

 

Le impronte che lasciamo al nostro passaggio non sono solo le orme dei nostri scarponi, ma tracce olfattive, vibrazioni, suoni. E intanto tocchiamo rocce, alberi, piante… 
Se ci muoviamo in aree protette o ad alto valore naturalistico senza le dovute attenzioni, il nostro impatto sugli habitat e il disturbo causato agli animali può essere molto significativo. 

Le nostre attività portano infatti gli animali a modificare comportamenti e abitudini, perché ci percepiscono come un pericolo. È stato infatti dimostrato che nei periodi di maggior frequentazione delle aree naturali, ovvero la primavera e l’estate, aumenta la concentrazione di ormoni dello stress (glucocorticoidi) in alcune specie, come ad esempio il camoscio o il gallo forcello (Raphael Arlettaz, 2007). 

Gli effetti del disturbo possono influenzare negativamente lo stato di salute dell’animale, le attività riproduttive e l’accudimento della prole. Al nostro passaggio i selvatici vanno in allerta: percepiscono una possibile minaccia, cercano di localizzarla e, per fuggire, interrompono le loro attività, come cibarsi, riposare o accudire la prole. Se la minaccia è prolungata possono anche passare ore o giorni in luoghi più sicuri a scapito di altre attività, allontanandosi dai piccoli fino ad abbandonarli.
A volte, le conseguenze della nostra presenza possono portare all’abituazione: se gli animali imparano che non ci sono effetti particolarmente negativi a lasciarsi avvicinare dall’uomo, perdono la loro normale diffidenza verso di noi. Questo può causare più frequenti avvicinamenti a zone abitate o luoghi turistici, esponendo gli animali a pericoli come gli investimenti (il cosiddetto roadkill), e le persone al rischio di reazioni imprevedibili e potenzialmente dannose.

È quindi fondamentale capire quali sono i comportamenti da adottare e quali invece dobbiamo evitare per far sì che il nostro passaggio passi “quasi” inosservato. Come fare quindi per godere appieno delle meraviglie che ci circondano senza compromettere i fragili equilibri naturali? Ecco 10 consigli:


1.    Resta sui sentieri ufficiali, per la tua sicurezza e per la tranquillità degli animali. Informati sui regolamenti locali o dell’Ente Parco se stai percorrendo sentieri in un’area protetta, rispettando eventuali chiusure dei sentieri. E non raccogliere fiori, frutti o rocce.
 

2.    L’utilizzo di veicoli a motore è vietato lungo i sentieri (motocross, quad, fuoristrada, motoslitte). L’impatto di questo tipo di attività sugli animali è potenzialmente maggiore di altre perché, a causa della velocità dei mezzi, può provocare la morte diretta per investimento.
 

3.    Non abbandonare rifiuti: dopo un pic-nic in montagna, su un prato o nei boschi, ricorda di lasciare l’ambiente come lo hai trovato e riporta a valle i tuoi rifiuti. E se non resisti all’idea di una grigliata, tieni a mente che è vietato accendere fuochi nel bosco: utilizza le aree attrezzate! 
 

4.    Non disturbare la fauna: la voce alta e i rumori troppo forti possono infastidire gli animali. Evita inoltre di fare attività di notte, al mattino presto o all’imbrunire. Generalmente queste ore sono più tranquille, gli animali non si aspettano la nostra presenza e possono quindi spaventarsi di più.


5.    Osserva gli animali da lontano! Siamo sicuri che quella che per noi è una grande distanza lo sia anche per loro? Per un’aquila, ad esempio, anche 1 km può non essere sufficiente a sentirsi al sicuro. E l’osservazione di nidi d’aquila a distanza ravvicinata può indurre gli adulti a lasciare incustodito il nido, con gravi conseguenze per le uova o i pulli. Se in qualcuna di queste occasioni avete la fortuna di fotografare un selvatico, non rivelate il luogo preciso ed evitate di postare foto sui social almeno per le prime settimane, così da proteggere la tranquillità e la sicurezza degli abitanti del bosco. Inoltre toccare o avvicinare animali selvatici, magari usando richiami o esche per attirarli, è assolutamente da evitare. Tutto questo può essere fonte di stress e può interferire sulla comunicazione con gli altri individui.
 

6.    Non dar da mangiare agli animali, per nessun motivo. Non hanno bisogno di questo aiuto da parte nostra, anzi: offrire loro cibo può indurli ad acquisire maggiore confidenza e renderli dipendenti da noi. Se si avvicinano più spesso ai centri abitati, questo non è un bene né per loro né per noi: una minore diffidenza può portare a una maggiore aggressività.
 

7.    Tieni il cane sempre al guinzaglio: i cani liberi possono inseguire, ferire e uccidere gli animali selvatici o disturbare quelli che nidificano o fanno le tane a terra. Portalo con te solo se vaccinato e sverminato: i cani non vaccinati possono trasmettere malattie e patogeni alla fauna, sia attraverso un contatto diretto che attraverso le feci (anche per questo è importante raccogliere sempre i suoi escrementi).
 

8.    Per usare droni o fototrappole, nei parchi serve l’autorizzazione. E in ogni caso non è un gioco. Gli scienziati se ne servono per i monitoraggi faunistici, ma l’uso a scopo ricreativo ne aumenta il possibile impatto. I selvatici si accorgono della presenza delle camere e in genere attuano comportamenti di allerta, cambiando espressione facciale o fermandosi improvvisamente, o fuggendo. 

9.    Se vuoi fare campeggio libero, laddove non vi sia una regolamentazione certa, chiedi informazioni al Comune di interesse o all’ente parco. Durante la permanenza smaltisci correttamente le deiezioni, sotterrandole lontano da sorgenti d’acqua per evitare contaminazioni.
 

10.    La conoscenza e il buon esempio sono gli strumenti migliori per compiere scelte consapevoli e avere un impatto positivo. Decidere di comportarsi nel modo più rispettoso nei confronti dell’ambiente e degli altri animali è un dovere di tutti!

 


Riferimenti
Raphael Arlettaz, P. P.-E. (2007). Spreading free-riding snow sports represent a novel serious threat for wildlife. Proc. R. Soc. B, 1219–1224.


 

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