L’impegno di Oikos per la tutela dell’ambiente è da sempre legato al continente africano. Nella giornata mondiale dell’Africa ripercorriamo insieme i nostri primi passi nelle steppe Maasai dove è nato Mkuru Training Camp, un centro di ricerca, istruzione e formazione
Tanzania, 1997. Il primo progetto internazionale di Istituto Oikos approda nel Parco Nazionale del Tarangire. Qui i nostri biologi hanno studiato i movimenti migratori dei grandi mammiferi e le loro interazioni con le attività umane, per contribuire alla definizione di una strategia di sviluppo sostenibile nella zona.
Pochi anni dopo, poco più a nord, hanno cominciato a delinearsi i tasselli di un programma dagli obiettivi ambiziosi: costruire reti solide, favorire la scienza, la conoscenza, la cultura della sostenibilità ambientale. Nell’interesse delle comunità, dei giovani e delle istituzioni.
Ed è infatti nelle savane sconfinate tra il Monte Meru e il Kilimanjaro, in una terra di pastori nota come “steppe Maasai”, che nel 2003 Oikos ha dato vita a Mkuru Training Camp, un campo tendato a basso impatto ambientale.
Io e Guido arrivammo a Mkuru una mattina del settembre 2002. Cercavamo un luogo dove fare formazione sulle opportunità che il turismo offriva alle comunità locali. In un angolo incantato di savana, ai piedi del Monte Meru, trovammo quattro casette in pietra abbandonate, lascito involontario al villaggio di un imprenditore avventuriero che aveva dovuto lasciare il paese di gran corsa. “Ci dareste queste strutture in affitto?” chiesi a Pello, il vecchio capo villaggio Maasai, dando voce a una di quelle idee che ti vengono in mente senza pensarci troppo. Rispose subito di sì. E aggiunse: “In cambio, invece di pagarci l’affitto, potreste costruirci una scuola per il villaggio”. Con l’aiuto di amici preziosi riuscimmo a raccogliere i primi 8 mila euro per la scuola di Mkuru.
Rossella Rossi, presidente di Istituto Oikos
– Il capo del villaggio Pello con la sua famiglia. Foto di Carlo Mari -
Quella scuola ha segnato l’avvio di un’alleanza tra Oikos e la comunità Maasai di Mkuru, che a quasi venti anni di distanza è più salda che mai, e ha permesso di avviare i lavori al campo. Da sempre Mkuru Training Camp ha più anime: è un centro di formazione per le comunità locali, ricerca e sperimentazione di buone pratiche ambientali per le Università e insieme una meta di turismo responsabile.
Almeno 3000 persone sono state formate qui in diversi settori: empowerment femminile, sicurezza alimentare, buone pratiche ambientali. E oltre 200 ricercatori di Università e Istituti di ricerca locali e internazionali lo hanno utilizzato come base per le proprie attività.
Ogni anno, nel mese di agosto, arrivano al campo famiglie e giovani italiani per vivere un’esperienza di eco-volontariato e per organizzare, insieme agli abitanti del villaggio, la maratona MkuRun. È un appuntamento speciale e tanto atteso da tutti, un evento sportivo che permette di riunire uomini, donne e bambini provenienti da diverse realtà in una grande festa.
Tutto questo rende Mkuru una piccola porta aperta sul mondo, un luogo dove giovani uomini e donne possono coltivare, prima ancora che l’innovazione e la cultura, la speranza di trovare spazio in un mondo che cambia, il sogno di avere accesso a un futuro migliore. Per sé e per i propri figli. In qualche modo, se sei a Mkuru puoi permetterti questo sogno, perché senti che l’energia ti passa vicino.
Oggi lo staff è composto da 10 persone di etnia Maasai e Meru, stabilmente impiegate: cuochi, addetti alle pulizie, guardie notturne e manager. Tutti collaborano alla vita del campo.
Il 2020 ha portato grandi novità a Mkuru e anche preoccupazioni. Con l’emergenza Covid-19 le prenotazioni sono state cancellate e lo staff è rimasto senza lavoro. La speranza della comunità locale e di Oikos è di riuscire a risollevarsi dopo questo stop forzato e di tornare ad accogliere sempre più visitatori e ricercatori. Per continuare a realizzare quel sogno di un futuro più sostenibile e inclusivo, insieme.
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