Conservazione dell’acqua e crescita delle colture: sistema di irrigazione automatizzato per affrontare la scarsità d'acqua e promuovere la conservazione delle risorse di acqua dolce disponibili
Le conseguenze negative dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti anche nella Riserva della Biosfera dello Shouf, in Libano: qui la scarsa disponibilità di risorse idriche sta mettendo a dura prova la capacità di sostentamento della popolazione locale, che dipende in larga misura dall’agricoltura. Siamo al lavoro con gli agricoltori locali per diffondere nuove tecnologie e pratiche agricole sostenibili. Per evitare lo spreco delle risorse di acqua dolce e ridurre le perdite economiche.
La Riserva della Biosfera dello Shouf è la più grande area protetta del Libano e di tutta l’area mediterranea del Medio Oriente. Qui, la scarsa disponibilità di risorse idriche dovuta ai cambiamenti climatici è un problema serio: secondo gli studi condotti dal nostro partner Al-Shouf Cedar Society nel 2017 e nel 2018, le precipitazioni annuali sono diminuite in media del 43% negli ultimi 30 anni, mentre la temperatura media mensile è in aumento: +1°C a gennaio e febbraio, e addirittura +4°C ad agosto. Questo comporta una riduzione tra il 6 e l’8% del volume totale delle risorse idriche, comprese ovviamente quelle destinate all’irrigazione agricola. Il rischio è quindi una sensibile riduzione della produzione con evidenti conseguenze sul reddito della popolazione locale.
In un contesto come questo è urgente e necessario intervenire per limitare gli effetti negativi del cambiamento climatico, promuovere una soluzione di adattamento sostenibile e, nel contempo, risollevare l’economia locale, basata principalmente sulla produzione agricola. Lo facciamo attraverso l’introduzione di una tecnologia smart per l’irrigazione di piccoli appezzamenti di terreno nella municipalità di Mrusti, nello Shouf. Questa soluzione consiste in un sistema di irrigazione automatizzato che analizza i dati provenienti da una stazione metereologica locale, immagini satellitari e sensori inseriti nel suolo per misurarne il grado di umidità e temperatura. I diversi dati raccolti vengono tradotti in un algoritmo che permette di calibrare le quantità d’acqua, evitando sprechi e consentendo così ai contadini di irrigare le terre per periodi più lunghi.
Il primo passo per l’adozione della tecnologia è la raccolta di informazioni relative ai terreni selezionati, con la partecipazione attiva degli agricoltori locali. Poi si passa alla ristrutturazione delle infrastrutture irrigue presenti e all’installazione vera e propria del sistema di irrigazione. Training tecnici e pratici illustreranno le modalità di funzionamento a tutti gli agricoltori e le agricoltrici coinvolti e ai tecnici delle amministrazioni locali.
Un’ampia campagna di comunicazione promuoverà i benefici della tecnologia introdotta, attraverso materiali informativi, video tutorial, partecipazione a fiere locali e nazionali.
Verranno organizzati inoltre workshop a livello nazionale per diffondere le buone pratiche e le lezioni apprese, con raccomandazioni tecniche per gli utilizzi futuri.
Lo scambio di conoscenze tra operatori tecnici, istituti di ricerca, università e associazioni di agricoltori è quindi fondamentale. Perché ciascuno possa contribuire, con le proprie competenze, a rispondere con efficacia alle minacce di un clima che cambia troppo in fretta. Con soluzioni innovative e soprattutto replicabili.
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