Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile
L’industria tessile rappresenta uno dei principali settori produttivi e di impiego, con 300 milioni di lavoratori a livello globale e un fatturato di 1,3 trilioni di dollari. E i numeri sono in continua crescita, complice l’incessante domanda di capi di abbigliamento nuovi.
Ogni anno, ogni stagione, la moda cambia. I desideri delle persone, stimolati dalla pubblicità, portano gli acquisti alle stelle. A pari passo cresce l’insostenibilità sociale e ambientale della fast fashion. Come fermare questo andamento? Il primo passo è la consapevolezza, tra i giovani soprattutto. E il sostegno a modelli di produzione più rispettosi dei diritti umani e dell’ambiente.
STORIE DI UNA MODA POSSIBILE
Esistono alternative alla fast fashion? Scoprilo nel video di #CambiaMODA. Tre storie, tre piccole realtà imprenditoriali che ci mostrano che un diverso modo di fare moda è possibile. Per andare oltre agli impatti ambientali e sociali dell'industria tessile.
Compriamo più vestiti di quelli che ci servono e li cambiamo sempre più spesso. I costi sociali e ambientali della fast fashion sono sempre più alti e, al tempo stesso, ricostruire la storia dei nostri capi è sempre più complicato: le reti di produzione globale moltiplicano i passaggi intermedi e il numero di fornitori. Comprare meno e meglio può avere un impatto positivo sulla salute dell’ambiente e sulla vita di moltissimi lavoratori in tutto il mondo. Ecco perché è necessario promuovere un cambiamento nelle scelte di consumo: è proprio di questo che abbiamo voluto parlare soprattutto ai giovani.
Secondo uno studio di PWC Italia, il 35% dei consumatori tra i 15 e i 35 anni è disposto a spendere di più per un vestito sostenibile sia sul fronte sociale che ambientale, ma le informazioni sull’origine dei prodotti sono difficilmente reperibili. Il progetto Cambia MODA! ha voluto agevolare questo processo, per aiutare i giovani a dare il proprio contributo alla lotta contro le disuguaglianze sociali e gli abusi ambientali. Tramite percorsi di educazione alla cittadinanza globale, workshop ed eventi sul territorio abbiamo stimolato una riflessione critica sulle proprie abitudini di acquisto. Parlando di consumi etici, diritti umani e sostenibilità ambientale.
Con una campagna di informazione e sensibilizzazione online abbiamo portato all’attenzione dei giovani consumatori le conseguenze della fast fashion. Crediamo che la consapevolezza porti inevitabilmente all’attivazione: per questo abbiamo costruito una community online di cittadini pronti a sostenere modelli di business etici che integrino economia, ecologia e qualità dei prodotti.
Ci siamo rivolti anche agli operatori del settore della moda per migliorare le loro conoscenze e competenze su come rendere più trasparente e sostenibile la filiera. Lo abbiamo fatto tramite workshop tecnici e scambi, la diffusione di linee guida e una mappatura delle realtà virtuose nel settore tessile e della moda in Italia.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo da Mani Tese in collaborazione con Istituto Oikos e altri 5 partner: Faircoop, Altis - Alta Scuola Impresa e Società, Koinètica, Lottozero, Guardavanti.
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