Agricoltori di montagna e pastori della savana: stili di vita sostenibili in Africa orientale
Il Monte Meru è un vulcano dormiente che fa parte dell'area protetta del Parco Nazionale di Arusha. È uno degli ecosistemi più minacciati al mondo e fa parte dei 25 Global Biodiversity Hotspots (Conservation International). La sua foresta montana sta rapidamente scomparendo, e così anche gli ecosistemi della savana sono minacciati dalle attività umane. Pastori di sussistenza e piccoli agricoltori convivono lungo il corridoio ecologico Arusha-Longido, uno degli ecosistemi con la più alta biodiversità della Terra. Proteggerlo è essenziale: lo facciamo coinvolgendo in maniera attiva le comunità locali nella gestione sostenibile dell’area.
Lavoriamo per proteggere 15 mila ettari di savana e due foreste comunitarie attraverso la formazione di 20 guardiani forestali, per ridurre le attività illegali come taglio degli alberi e bracconaggio, e 20 donne guardiane dei pascoli. Si tratta di un vero e proprio programma di ripristino di pascoli (50 ettari in totale) guidato dalle donne, che prevede soluzioni semplici e replicabili: creazione di 10 vivai, produzione e piantumazione di 2500 piantine, installazione di 50 live fences. Azioni concrete che hanno lo scopo di aumentare la fertilità dei terreni e assicurare così il sostentamento delle comunità agro-pastorali.
La consapevolezza è il primo passo per qualsiasi iniziativa di conservazione. Per questo promuoviamo iniziative di educazione e sensibilizzazione nelle comunità e in particolare nelle scuole: organizzeremo uscite didattiche e performance teatrali con 3.000 studenti della zona.
In parallelo abbiamo deciso di puntare sulla promozione di attività green in grado di fornire alla comunità, soprattutto alle donne, alternative economiche sostenibili. Tra queste, un’impresa apiaria composta da 100 alveari, la formazione di 10 nuove guide turistiche e il supporto per il rinnovo di Mkuru, un campo tendato che funge da centro educativo e meta di ecoturismo.
La promozione di queste iniziative rappresenta un circolo virtuoso: perché la tutela del territorio consente di ridurre la spirale di degrado e povertà per una comunità di 20 mila persone, la cui sopravvivenza dipende dalla salute delle risorse naturali locali.
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