TERRA - Azioni integrate per incrementare la resilienza ai cambiamenti climatici delle comunità pastorali nel Nord della Tanzania
La Tanzania è uno dei Paesi con i più alti tassi di povertà e sta soffrendo gravemente le conseguenze negative dei cambiamenti climatici. Prima fra tutte la siccità, che impoverisce le terre su cui le comunità Maasai, popolo di pastori, basano il proprio sostentamento. Ed è proprio con loro che collaboriamo per trovare soluzioni concrete e sostenibili in modo da rispondere efficacemente alle sfide imposte da un clima che cambia.
Nelle vaste praterie del Nord della Tanzania i fenomeni climatici non sono più prevedibili: lunghi periodi di siccità e la drastica riduzione delle risorse idriche rappresentano una seria minaccia per la sopravvivenza delle comunità Maasai e del bestiame, ad oggi ancora unica fonte di reddito per le popolazioni che abitano questi territori. L’economia locale ruota infatti quasi esclusivamente attorno alla pastorizia e le praterie vengono sovrasfruttate, utilizzate come pascoli per un numero sempre maggiore di capi bovini e ovini.
A queste latitudini, trovare vie d’uscita sostenibili ed efficaci è fondamentale per il benessere di centinaia di migliaia di persone. Con il progetto TERRA, che rafforza le iniziative del nostro progetto Ecoboma, vogliamo vincere una sfida ambiziosa: attuare soluzioni concrete e replicabili, a basso impatto ambientale, che permettano di migliorare la qualità di vita delle comunità Maasai e la salute dell’ambiente in cui vivono.
Affrontiamo il problema della desertificazione con un piano di monitoraggio ecologico utile a individuare le aree più esposte al degrado ambientale, per poi sviluppare mappe e piani d’uso con la partecipazione attiva delle comunità, impegnate in prima persona nella conservazione dei pascoli. Lavoriamo poi per ridurre il disboscamento con l’installazione di impianti domestici di biogas - una miscela di diversi gas naturali che sostituisce la legna come fonte di energia - e la piantumazione di alberi di Commiphora, ottimo sostituto all’acacia per le recinzioni dei boma*. L’introduzione di cereali resistenti alla siccità, come sorgo e miglio, permetterà di sostituire gradualmente il mais, specie non adatta a questi territori.
Per offrire alternative economiche sostenibili alla popolazione locale abbiamo deciso di investire nel settore della concia vegetale e lavorazione della pelle: in collaborazione con esperti italiani abbiamo avviato un’impresa sociale inclusiva e sostenibile, gestita da 30 donne Maasai, per trasformare quello che fino ad oggi era considerato uno scarto in una fonte di reddito per la comunità, nel rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente.
Ma senza educazione non c’è cambiamento: con un’ampia campagna di sensibilizzazione portiamo il tema dei cambiamenti climatici all’attenzione delle istituzioni locali, e nelle scuole di Arusha come in quelle della Lombardia. Perché ciascuno di noi contribuisce ad accrescere la gravità di fenomeni globali, ed è importante esserne consapevoli fin da bambini.
*Boma: gruppo di capanne fatte di fango e sterco, disposte in cerchio, con un ampio spazio al centro per il bestiame e circondate da recinzioni di rami di acacia.
Questo progetto è finanziato da
Sei interessato alle nostre attività?
Iscriviti alla nostra newsletter qui.