Il 2020 si preannuncia come uno degli anni più caldi mai registrati e, mentre il livello medio del mare continua ad alzarsi dietro allo scioglimento dei ghiacci polari, la Commissione Europea lancia la prima proposta di legge sul clima
Il nuovo anno non ci ha messo molto a farsi conoscere e da quando, a soli tre mesi dal suo inizio, ci ha costretto a guardare il mondo dal web, tutto e il contrario di tutto si è fatto strada tra i nostri pensieri e tra le previsioni per il nostro futuro. Ancora non sappiamo che genere d’estate ci aspetti, ma una cosa è certa: i modelli climatici ci dicono che farà molto caldo.
Se i primi tre mesi del 2020 sono stati il secondo trimestre più caldo mai registrato, l’intero anno sembra essere destinato a seguirne le stesse orme.
Un'analisi del Carbon Brief (dati GISTemp della NASA) stima che c’è una probabilità del 95% che la temperatura media globale del 2020 sia una delle 4 più alte mai registrate. Parallelamente, lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali, nonché dall'espansione termica dell'acqua che si riscalda, continua a far salire il livello medio del mare.
Anche se in questi mesi la comunicazione sulla pandemia ha messo in ombra le tematiche legate alla crisi climatica, è opportuno porsi la domanda di come questa grave crisi sanitaria possa influenzare gli impatti che alcuni settori economici hanno e avranno sull’ambiente e sul clima. La European Environmental Agency prova a darci una risposta.
Gli effetti immediati del lockdown sull’inquinamento (NO2, emissioni CO2) si sono registrati in Cina e in nord Italia, ma non è chiaro quali possano essere gli effetti a lungo termine. Per avere una visione più verosimile della portata e della durata di questa pandemia si dovranno analizzare i dati relativi a tutti i settori produttivi e al loro impatto ambientale, ma senza un nostro cambiamento nelle abitudini di consumo e dei sistemi di produzione ogni dato di riduzione registrato sarà destinato a tornare ai livelli precedenti o superiori a quelli del lockdown, con costi molto elevati per la società.
Questa crisi globale ci pone oggi più che mai davanti alla necessità di un cambiamento: una transizione verso un modello economico e sociale resiliente che sia il risultato di un processo – graduale ma irreversibile - verso quella che viene chiamata “neutralità climatica” (o carbonica: le cosiddette “emissioni zero”).
Sebbene secondo il Report n° 15/2019 (European Environmental Agency 2019), dal 1990 i livelli di gas serra in atmosfera siano diminuiti del 23,2%, l’obiettivo per il 2030 di una diminuzione del 40% appare molto lontano. Nonostante questa diminuzione, infatti, il rapporto SOER del 2020 (European Environmental Agency 2019) evidenzia un rallentamento nella riduzione delle emissioni di gas serra, nella riduzione dei rifiuti e nel miglioramento dell’efficienza energetica. Per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 dovremmo radicalmente trasformare il modo in cui produciamo e in cui consumiamo prodotti e servizi.
È in questo contesto di emergenza globale (marzo 2020) che la Commissione Europea avanza la prima proposta di legge europea interamente sul clima, che ha l’intento di rendere gli obiettivi dell’UE ancora più ambiziosi. La proposta prevede che la Commissione europea riveda l’attuale obiettivo per il 2030 e “valuti le opzioni per un nuovo traguardo per il 2030 di una riduzione del 50-55% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990”. Propone inoltre di valutare periodicamente i progressi verso la neutralità climatica, gli sforzi di mitigazione e le misure di adattamento ai cambiamenti climatici adottate dai Paesi membri.
È il direttore esecutivo dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, Hans Bruyninckx, a porsi una domanda fondamentale: “possiamo realizzare i nostri ambiziosi obiettivi negli anni a venire, quando affronteremo le conseguenze di questa grave crisi?”. Una transizione socialmente equa, pianificata e attuata sul lungo periodo è l’unica via da seguire per dare vita a una società resiliente con un’economia forte e sostenibile.
Quella dovuta al Covid-19 è una crisi sanitaria senza precedenti che ci ha costretto a rivedere il nostro posto nel mondo, a osservare la natura guadagnare spazio al di là dalle nostre finestre e a non dare per scontato nemmeno una boccata d’aria. Ci porterà anche a cercare le risposte alle tante domande sul nostro futuro?
Riferimenti
European Environmental Agency. "Trends and projections in Europe 2019. Tracking progress towards Europe's climate and energy targets." 2019.
European Environmental Agency. "The European environment - state and outlook 2020. Knowledge for transition to a sustainable Europe." 2019.
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