Le Alpi del Mediterraneo e il loro tesoro nascosto: la lontra


La ricomparsa di una specie è sempre una buona notizia, non solo per scienziati e naturalisti, ma per tutto il Pianeta che vive grazie al prezioso motore della biodiversità

Misterioso ed elusivo, questo mustelide (mammifero appartenente alla stessa famiglia di martore, faine, donnole) ha fatto molto parlare di sé negli ultimi mesi, facendo trovare sue tracce sulle Alpi Italo-Francesi della Valle del Roja, al confine con la Liguria, dopo quasi 30 anni di assenza. È stata proprio dei giorni di lockdown la notizia che la paziente ricerca condotta da un guardaparco del Parc National du Mercantour francese ha permesso di individuare una presenza della lontra, creduta estinta nella zona dagli anni ’70 del secolo scorso.

Habitat ed ecologia
Folta pelliccia idrorepellente, orecchie piccole, lunghe vibrisse, una lunga e forte coda cilindrica e zampe palmate: il ritratto perfetto dell’adattamento alla vita acquatica. La lontra vive infatti in ambiente fluviale e torrentizio colonizzando le zone ripariali di fiumi, ruscelli e laghi di montagna fino a 1500 m s.l.m., ma può anche utilizzare zone costiere come paludi, lagune o foci di fiumi (C. Prigioni & L. Boitani in Boitani et al. 2003). Per sopravvivere necessita di alternanza di acque profonde e basse e soprattutto di una densa vegetazione ripariale dove rifugiarsi. Il suo ambiente ideale è quello d’acqua dolce, con abbondanza di cibo (soprattutto pesce, ma anche crostacei e anfibi) e integro dal punto di vista ecologico. Pur essendo una specie piuttosto “flessibile” nella scelta del tipo di corso d’acqua da colonizzare, è molto esigente per quanto riguarda le condizioni di salubrità ambientale tanto da poter essere considerata un’ottima indicatrice. Le principali minacce per la specie sono l'inquinamento delle acque, il depauperamento della fauna ittica di cui si nutre, la cementificazione degli argini e tutti gli impatti derivanti direttamente dall’attività umana: dalle collisioni con gli autoveicoli alla caccia da parte dei “lontrari”, cacciatori specializzati nell’eradicazione di quella che fino alla fine degli anni ’60 era considerata una specie dannosa e invasiva (C. Prigioni & L. Boitani in Boitani et al. 2003, Loy et al., 2010).
È proprio la sua sensibilità al degrado ambientale la caratteristica che ha portato alla riduzione della specie, fino alla scomparsa in alcune regioni. 

Tutela e conservazione
Lutra lutra è inserita nell'appendice II della Convenzione di Berna (1979)  e in appendice II, IV della direttiva Habitat (92/43/CEE). È considerata una specie il cui rischio di estinzione può essere influenzato dal commercio internazionale e pertanto ne è vietata ogni forma di compravendita attraverso l’inclusione nell'appendice I della CITES.
In base ai dati del 2013 della IUCN, la consistenza numerica stimata in Italia era di 220-660 individui e quindi è possibile che il numero di quelli in grado di riprodursi sia inferiore a 250. Per il principio di precauzione la specie è valutata quindi “in pericolo (EN)” e inserita nella Red List of Threatened Species (IUCN, 2013).
In Italia è protetta dal 1977 e nel 2011 è stato pubblicato il “piano d'azione nazionale per la conservazione della lontra” (Panzacchi et al. 2011).
Per assicurare una concreta protezione alle popolazioni residue, l’azione conservativa primaria è mantenere e migliorare la qualità dell'ambiente, nonostante gran parte del territorio che occupa non ricada all’interno di aree protette né è tutelato in alcun modo (C. Prigioni & L. Boitani in Boitani et al. 2003). La azioni di conservazione devono quindi essere rivolte soprattutto al mantenimento dell’habitat: attraverso la conservazione della vegetazione riparia o il suo ripristino, il controllo delle opere di arginatura artificiale dei tratti fluviali, la regolamentazione dell'attività estrattiva di inerti dai corsi d’acqua e il controllo dell'inquinamento industriale. In habitat fortemente compromessi è necessario anche il ripristino dei popolamenti ittici per mantenere o reintegrare la disponibilità di cibo (Carranza et al. 2011).
 

Ricolonizzazione o popolazione relitta?
Questo è il quesito lasciato aperto dallo studio condotto sulla base delle osservazioni di Laurent Malthieux, il guardaparco del Parco del Mercantour. Sembrerebbe infatti esistere la possibilità che la lontra non si sia mai estinta da questo settore alpino, ma che – complice la zona molto selvaggia e isolata – abbia fatto perdere le sue tracce per molto tempo. L’ipotesi della ricolonizzazione sembra essere meno probabile data la lontananza geografica (anche fino 200 km) dalle aree francesi dove la lontra è presente con alcune popolazioni (Costa Azzurra, Provenza, bacino della Durance). Sul fronte italiano la specie è stata dichiarata estinta dagli anni ’70 dagli areali più prossimi all’attuale zona di studio (Valle Argentina in provincia di Imperia e torrente Erro a Savona), mentre una piccola popolazione è invece sopravvissuta fino agli anni ’80 in Val d’Aveto.
Se da un lato l’isolamento ha probabilmente salvato questa piccola popolazione, dall’altro potrebbe rappresentare un impedimento all’espansione di questa specie sul resto delle Alpi. Ma i segnali sono positivi e, se già negli anni passati (dal 2006) alcuni esemplari sono tornati anche nel friulano, oggi le “lontre liguri” rappresentano un patrimonio di inestimabile valore per la biodiversità e gli ecosistemi alpini in cui vivono.
 

Boitani, L., Lovari, S. & Vigna Taglianti, A. (2003), Fauna d'Italia, Mammalia III: Carnivora - Artiodactyla Calderini, Bologna
Carranza, M. L., D'Alessandro, E., Saura, S., Loy, A. (2012), Assessing habitat connectivity for semi-aquatic vertebrates. The case of the endangered otter in Italy. Landscape Ecology n.27(2) pp. 281-290
Loy, A., Boitani, L., Bonesi, L., Canu, A., Di Croce, A., Fiorentino, P. L., Genovesi, P., Mattei, L., Panzacchi, M., Prigioni, C., Randi, E., Reggiani, G. (2010), The Italian action plan for the endangered Eurasian otter Lutra lutra. HYSTRIX IT. J. MAMM. n.21(1) pp. 19-33
Panzacchi, M., Genovesi, P., Loy, A. (a cura di) (2011), Piano d'azione per la conservazione della lontra. Ministero per la Tutela dell'Ambiente, del Territorio e del Mare e ISPRA.
 

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