Breve viaggio alla scoperta della ricchezza costiera e marina che l’Italia custodisce
Ci sono luoghi che vengono restituiti alla natura, con l’obiettivo di preservarli e proteggere gli habitat e le specie che li abitano. Le aree marine protette (AMP) sono zone in cui vengono applicate norme specifiche per la conservazione, il ripristino e la salvaguardia di specifici tratti di mare.
Vengono istituite per raggiungere obiettivi precisi, come l’aumento degli individui di una specie a rischio d’estinzione, ma possono produrre degli effetti secondari altrettanto positivi: un miglioramento della biodiversità complessiva dell'area, una rigenerazione delle risorse ittiche e una riduzione dell’erosione costiera. E tutto questo offre nuove opportunità per la ricerca, per il turismo e per l’economia locale.
Ma quali sono le regole da rispettare all’interno di un’AMP?
Dipende. Le norme applicate possono variare a seconda di tanti fattori, tra cui gli habitat e le specie presenti, le caratteristiche del fondale, o anche il ruolo sociale ed economico che riveste quella particolare zona. Esistono aree in cui la pesca è totalmente vietata, altre dove ci sono divieti solo stagionali e altre ancora in cui è proibita qualsiasi attività.
Ogni AMP in genere è suddivisa 3 zone, ognuna con un livello di tutela diverso:
La zona A è quella di riserva integrale, cioè l'area in cui sono consentite solo attività di ricerca scientifica e operazioni di servizio e di soccorso.
La zona B indica una riserva generale. Qui si possono effettuare attività che hanno un impatto ambientale molto ridotto; sono vietati l’ancoraggio, la navigazione a motore e l’ormeggio non regolamentato. Esistono anche delle zone B speciali, in cui alle norme già valide si aggiunge il divieto di qualsiasi attività di pesca.
La zona C è invece una zona di riserva parziale: solitamente è la più estesa ed è un’area in cui le attività di fruizione e l’uso delle risorse è consentito, purché l’impatto ambientale sia modesto. Anche qui sono vietati l’ormeggio non regolamentato e l’ancoraggio libero.
In Italia ci sono 29 AMP e 2 parchi sommersi, che coprono complessivamente circa 228mila ettari di mare e 700 chilometri di costa. Ognuna di queste aree ha le sue peculiarità, ma sono tutte ugualmente preziose: hanno un’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che occorre proteggere.
Nella grande ricchezza marina e costiera che contraddistingue il nostro Paese, abbiamo selezionato tre aree marine protette particolarmente significative per la biodiversità che racchiudono. Scopriamo insieme questi luoghi e i tesori che custodiscono.
L’area marina protetta di Miramare
Insieme a quella di Ustica, l'area marina protetta di Miramare è stata la prima istituita in Italia, nel 1986. Questa zona promuove una relazione equilibrata tra uomo e natura, il che le ha garantito sin da subito l’inserimento nella rete mondiale di Riserve della Biosfera dell’UNESCO. Protegge 120 ettari, di cui 30 come riserva integrale e 90 come zona cuscinetto.
Una specie tipica dei suoi fondali è la Pinna nobilis, conosciuta come pinna o nacchera. Questo mollusco bivalve è il più grande del Mediterraneo e la sua conchiglia può diventare un habitat per tantissimi organismi, come spugne, ascidie, molluschi e crostacei. Dal 2016, la diffusione di un parassita (Haplosporidium pinnae) e di diverse specie batteriche ha drasticamente ridotto la sua popolazione, e oggi è a rischio critico d’estinzione. Grazie al programma LIFE dell’Unione Europea è nato il progetto LIFE Pinna che ha l’obiettivo di arrestare questo declino. Tra le aree pilota per la reintroduzione della Pinna nobilis c’è anche l’area marina protetta di Miramare, da sempre impegnata nella ricerca e nella conservazione.
Area marina protetta delle Isole Egadi
Con i suoi 53.992 ettari, questa AMP è una delle più estese del Mediterraneo. Istituita nel 1991, comprende acque, fondali e coste dell’arcipelago delle Egadi, costituito dalle isole di Favignana, Levanzo, Marettimo e dagli isolotti di Formica e Maraone. La varietà di habitat sui fondali contribuisce a garantire un'elevata biodiversità dell’area. Tra le molte specie presenti spicca la Posidonia oceanica, che qui forma la prateria più estesa e meglio conservata del Mediterraneo. Questa pianta marina è fondamentale per l’ecosistema: produce ossigeno, assorbe anidride carbonica, mitiga l’erosione costiera e offre rifugio a molte specie animali.
Area marina protetta di Portofino
È il regno del corallo rosso (Corallium rubrum). Questa AMP, istituita nel 1999, si estende attorno all’omonimo promontorio e comprende i comuni di Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure. Il fronte sud dell’AMP è caratterizzato da un fondale scosceso, dominato dall’habitat coralligeno, un ambiente molto particolare costituito da organismi animali e vegetali in grado di produrre calcare. Le prime a farlo sono le alghe coralline: nel tempo crescono, anche parzialmente sovrapposte, e man mano creano anfratti e superfici articolate che potranno a loro volta essere colonizzate da altre specie. All’interno delle grotte, il coralligeno fornisce un ambiente perfetto per specie affascinanti come il corallo rosso, la margherita di mare o la madrepora gialla.
Queste tre aree marine protette rappresentano solo una piccola parte dei tesori blu che l'Italia custodisce. Ognuna di esse ci ricorda l’importanza di preservare la biodiversità marina e di promuovere un uso sostenibile delle risorse naturali: un futuro più ricco di biodiversità è un futuro più ricco per tutti noi.
Riferimenti
Edgar G.J., Russ G.R, Babcock R.C 2007 Marine protected areas. pp 534-565 In Marine Ecology Eds S.D. Connell and B.M. Gillanders. Oxford University Press. ISBN: 0195553020.
https://www.mase.gov.it/pagina/aree-marine-protette
https://www.ampmiramare.it/
http://redirect.ampisoleegadi.it/
https://www.portofinoamp.it/
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