Dopo cento anni nascono in Libano i primi due esemplari di stambecco del deserto


Un altro importante passo per la reintroduzione della Capra nubiana nelle montagne della Riserva dello Shouf

Circa sei mesi fa, 12 esemplari di stambecco del deserto (Capra nubiana) sono stati trasferiti da un’area recintata situata all’interno dall'Area protetta di Wadi Rum, in Giordania, ad un’altra area recintata di 30 ettari della Riserva della Biosfera dello Shouf, in Libano. Con un obiettivo: reintrodurre la specie, globalmente classificata “vulnerabile” all’estinzione, sui monti da cui è sparita poco più di un secolo fa. Questa capra selvatica, simile allo stambecco alpino, un tempo era infatti presente in tutto il Medio Oriente e nell'Africa settentrionale e, fino agli inizi del 1900, abitava le montagne più alte del Libano, prima che la distruzione dell’habitat e la caccia ne causassero l’estinzione in questi territori.

La prima fase della reintroduzione dello stambecco del deserto in Libano ha preso avvio il 13 ottobre 2017. Oggi, la nascita dei primi due individui rappresenta un importante passo verso la buona riuscita di questo programma ambizioso che, se tutto andrà per il meglio, porterà al rilascio di alcuni gruppi di capre nubiane entro i prossimi due anni. I padri fondatori della futura popolazione libanese potranno così tornare a occupare i territori da cui la specie è sparita all’inizio del Novecento. 

L’operazione è parte di un ampio programma di cooperazione tra Istituto Oikos, la Riserva della Biosfera dello Shouf (Libano), la Royal Society for Conservation of Nature di Giordania, l'area protetta di Wadi Rum (Giordania) e grazie al supporto della Cooperazione Italiana in Libano e di Fondazione MAVA
In questi mesi lo staff della Riserva della Biosfera dello Shouf, insieme ai tecnici di Istituto Oikos, sta monitorando gli animali in recinto al fine di verificarne il benessere, la dieta e la dinamica nel nuovo habitat di vita. L’obiettivo è agevolare l’esistenza di una popolazione vitale in natura, che possa riprodursi e quindi consentire l’effettivo reinsediamento di questa specie a rischio nel suo habitat originario.

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